Se prima lo affermavo solo sulla base di trailer e dichiarazioni del cast, ora dopo aver visto il film lo posso affermare con certezza: The Amazing Spider-Man 2 è il miglior film mai realizzato sull’Uomo Ragno. Rispetto al primo capitolo della saga firmata Marc Webb (che a me è piaciuto davvero tanto), sono stati fatti ulteriori passi in avanti. Il film è al cardiopalmo. Le scene d’azione sono numerose e occupano il tempo giusto nella pellicola, lasciando spazio alle relazioni fra i personaggi. Seppure c’è un aumento di salvataggi e combattimenti con Spidey, il protagonista è comunque Peter Parker. E’ l’aspetto umano che viene esaltato, un supereroe che, oltre ai super-problemi, deve affrontare tanti ostacoli comuni; è una figura nella quale ci si può facilmente immedesimare, questo rende speciale e originale Spider-Man.
Le performance di Dane DeHaan e Jamie Foxx sono davvero sorprendenti. La coppia Garfield/Stone è superba; i loro dialoghi, le battutine, i gesti, tutto è molto spontaneo e realistico; la chimica che c’è fra i due fa più scintille di Electro! Inutile dilungarmi poi sulla bravura di Andrew nell’interpretare l’Uomo Ragno, già dimostrata nel primo film e ora più che mai confermata. Così come Robert Downey Jr. è ormai Iron Man, così Andrew Garfield è Spider-Man. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, ho notato che la CGI è davvero impressionante, le scene con Electro sono favolose.
Ma ciò che è più mi preme sottolineare è il tempo dedicato al “dondolamento” di Spidey fra i grattacieli. Tali scene nel primo film sono state spesso ridotte a pochissimi secondi. In TASM2, come ha affermato lo stesso regista, si è scelto di prolungare il più possibile le sequenze in questione al fine di permettere allo spettatore di percepire la sensazione di libertà e allo stesso tempo di vertigine. Un’altra miglioria, legata alle suddette scene, è il 3D. Ho visto il film con i fatidici occhialini e devo dire la verità, non ho mai gustato così tanto un film in 3 dimensioni. La pellicola è stata davvero pensata per questo tipo di proiezione, che non si è dimostrata affatto uno “sfizio” in più, ma un elemento indispensabile per scoprire le meraviglie compiute in fotografia, effetti speciali e sequenze come quelle di “web-slinging”. A proposito di fotografia, mi sono piaciute molte inquadrature davvero d’effetto (i salti nel vuoto di Spidey fra i grattacieli, le scene nella torre dell’orologio, il faccia a faccia Rhino/bambino… queste sono solo alcune delle tante).
Per quanto riguarda le musiche, beh… è Hans Zimmer! Avevo la pelle d'oca ascoltando le sue musiche, la voce di Pharrell e nel frattempo vedere scene del film. E’ una musica che ti permette di imprimere ancora di più nella mente le immagini più belle ed emozionanti. Alcuni momenti importanti (UNO in particolare) hanno avuto note di accompagnamento che si addicevano perfettamente. Non esagero se dico che è la musica di cui Spider-Man aveva bisogno. Contemporanea, innovativa, toccante, coinvolgente, frenetica. Il tema che fa da sottofondo alle scene con Electro, poi, è molto particolare; se si fa attenzione le parole pronunciate da Pharrell non sono altro che i pensieri frenetici e pazzoidi che passano nella mente del villain principale. Amazing, sul serio!
“Il Potere del Tempo”, a mio parere sarebbe questo il sottotitolo che più si addice al secondo capitolo della saga “The Amazing Spider-Man”. La parola “tempo” echeggia costantemente per tutta la durata della pellicola. Il film inizia con gli ingranaggi dell'orologio di Richard Parker e si conclude con quelli della torre dell'orologio alla centrale elettrica. E’ Gwen che nella prima parte del film, con il suo discorso per la consegna dei diplomi, ci porta verso una riflessione interiore sull’importanza di questa variabile da cui dipende l’esistenza di ogni uomo, dell’intera umanità. Il valore della vita è la sua stessa precarietà; mai sprecare il proprio tempo, ogni minuto, ogni secondo deve essere dedicato a ciò che più amiamo fare, a ciò che meglio sappiamo fare, per noi stessi e per chi ci sta intorno. La torre dell'orologio, gli ingranaggi che precipitano, Spidey che si fionda per evitare ciò che più teme... è una bellissima allegoria sull'inarrestabile scorrere del tempo.
Ogni personaggio in questo secondo capitolo è caratterizzato per il suo approccio con il tempo. Gwen fa di tutto per dare il meglio nello studio e realizzare i propri sogni nel campo della biochimica. Harry ha passato 8 anni della sua vita lontano da New York fra lusso e modelle e riconoscerà troppo tardi di aver perso un bene così prezioso come il tempo. Max Dillon è uno stacanovista, il cui genio è sfruttato senza alcuna gratitudine dalla Oscorp (a malapena ha il tempo di spegnere la candelina sulla propria torta di compleanno). La zia May, dopo la morte dello zio Ben, si fa in quattro pur di portare a casa quanto più denaro possibile. Peter, invece, è intento a vivere ben due vite e a incastrarle nel miglior modo possibile nell’arco della giornata. Come Spider-Man protegge i cittadini di New York da un sempre crescente numero di criminali, deve riuscire a diventare simbolo di speranza nonostante i pregiudizi della gente verso i vigilanti e la cattiva pubblicità del Bugle. Come Peter Parker deve diplomarsi e cominciare il college, guadagnare qualcosa con le proprie foto e stare con Gwen nonostante la promessa fatta al Capitano Stacy in punto di morte.
Peter è ancora nella fase della crescita, all’inizio del film veste i panni dell’Uomo Ragno con troppa spavalderia e superficialità, continua a frequentare Gwen con tutti i rischi che questa relazione comporta. La maturità per Peter è dietro l’angolo e solo un punto di svolta può portarlo a comprendere finalmente che “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. La lezione di vita dello zio Ben viene compresa solo in questo film. Nel primo capitolo Webb ha messo in scena tutto ciò che caratterizza la fase adolescenziale di un ragazzo. Il secondo capitolo della saga mette invece al centro dell’attenzione il processo che porta alla maturità, alla consapevolezza di sé, delle proprie capacità, dei propri limiti, dei doveri e del proprio posto nel mondo. Simbolo di speranza, è questo il ruolo che Spider-Man aspira a raggiungere e che in un modo o nell’altro è portato a rivestire. Il bambino che con coraggio decide di “affrontare” Rhino non è altro che quel seme di speranza che Peter, a sua insaputa, è riuscito a piantare.
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